martedì 5 marzo 2013

I produttori di vino non vogliono la Caviro




I produttori di vino doc ed il Comune di Orta Nova non vogliono la centrale a biomasse della Caviro, il colosso romagnolo del settore vitivinicolo. Il secondo incontro dell’inchiesta pubblica (Conferenza di servizi) sull’impianto previsto a Carapelle si conclude con l’ennesima mazzata per la società rappresentata dal presidente Sergio Celotti (amministratore della Carapelle Energia srl). L’assessore provinciale alle Attività produttive, il professor Pasquale Pazienza, aveva immediatamente messo in guardia i presenti (tutte parti interessate) ad “evitare atteggiamenti populistici”, chiedendo “correttezza nelle espressioni e rispetto delle istituzioni”. Peccato che ad andar su tutte le furie sia proprio il dirigente di Palazzo Dogana, Giovanni Dattoli (non riesce a sopportare la registrazione video delle attiviste del movimento di Borgo Tressanti che si è opposto in questi anni alla realizzazione dell’impianto del Gruppo Marcegaglia).
Alla Conferenza di servizi non si è presentata nemmeno l’Arpa, l’agenzia regionale per l’ambiente. C’era l’Asl di Foggia, ed i sindaci di Stornarella (Vito Monaco)  e Carapelle (Alfonso Palomba). E l’assessore all’ambiente di Orta Nova, Maria Rosaria Attini, che ha dato battaglia presentando i punti critici emersi all’analisi dell’area individuata per l’insediamento. Del resto, non poteva essere altrimenti, visto che la gran parte dei proprietari terrieri confinanti rispetto sito dell’impianto sono ortesi. E c’è per di più un ex sindaco, Pasquale Ruscitto, che da quelle parti, a Carapelle, ha ben 31 ettari di proprietà della famiglia, e proprio non vorrebbe esser “preso in giro” su questioni di particolare rilevanza, come quella del “rischio inondamento dell’area”.
“Non si sono mai visti da quelle parti – afferma Ruscitto, criticando aspramente lo studio della Caviro nel quale è negata ogni possibilità di rischio idrogeologico -, in questi anni di allagamenti ce ne sono stati eccome, checché ne dica il dottor Celotti. Lo abbiamo segnalato più volte alla Provincia, ma nessuno ci ha mai dato retta. Per di più, è stato anche deviato il canale. L’acqua dalla strada arriva direttamente nel luogo scelto dall’azienda per l’impianto, che non è sicuramente quello più indicato”.
Celotti aveva appena terminato di sostenere la tesi secondo la quale “lì non c’è mai stato un allagamento”. A sostenerla ci sarebbero le perizie e lo studio del geometra Bonassisa. “Non è affatto così – continua Ruscitto -, sono disposto a prendermi tutte le responsabilità di quello che dico. Non a caso è stato delocalizzato l’impianto. In quella zona di motivi ostativi ce ne sono fin troppi”.
L’intervento dell’assessore all’Ambiente di Orta Nova, Maria Rosaria Attini, va nella direzione dei proprietari terrieri contrari all’insediamento produttivo: “Il professor Ruscitto – afferma - ne aveva già parlato in Consiglio comunale. Per questo il Comune ha inviato una lettera alla Regione Puglia e alla Provincia con la copia delle osservazioni, che vertevano essenzialmente sugli elementi di pregio del tratturello di Orta Nova-Tressanti. La scelta del sito, peraltro, è stata effettuata in corrispondenza della località Contrada Bonassisi, ovvero una zona ad uso agricolo, caratterizzata dalla presenza di molte produzioni di vini di pregio.
E ancora, non è stato rispettato il limite dell’area buffer, visto che l’impianto sarebbe localizzato al confine dei due Comuni. Come se non bastasse – prosegue l’assessore -, nei pressi c’è una delle masserie regie di Federico II, denominata ‘Bonassisi’”. Se è vero, inoltre, che non esiste un “vincolo idraulico”, è vero anche, precisa l’ingegnere ortese, che “si è prossimi al canale Pidocchiosa e al torrente Carapelle: quest’ultimo, come è stato registrato negli ultimi anni, può essere interessato da piene improvvise importanti”. “L’area è la più depressa del territorio – spiega -, è il punto più basso della zona, per questo il Comune di Orta Nova non la ritiene idonea alla realizzazione della centrale a biomasse”.
 Ad intervenire, anche un cittadino, Pasquale Di Michele, che spiega: “Ci saranno danni enormi per le aziende agricole che operano in zona. A Carapelle, negli anni scorsi, si sono già verificate situazioni di dissesto idrogeologico. Per di più, vicino all’impianto della Caviro, hanno realizzato quello della Marcegaglia. Per questo, non servirebbe la Via (Valutazione di impatto ambientale), ma la Vas, la valutazione strategica. Chiedo esplicitamente che a queste richieste venga data risposta scritta”. Dattoli precisa immediatamente che quelle risposte non potranno arrivare. “Non è questa la sede – conclude -, non siamo in un Consiglio comunale. Fate pure le vostre osservazioni, ma nessuno potrà avere risposte scritte”.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

La storia è una reiterazione dei fatti. Stanno svendendo il nostro territorio, deturpando le terre, violentando il nostro clima, uccidendo la nostra economia. Gli insegnametni non sono bastati. Volevo fare una domanda al signor Palomba:
ma lei se le mangerà le verdure provenitni dai terreni imitrofi alla centrale? E' vero che a volte i professori sono degli emeriti.......

Anonimo ha detto...

buongiorno assessore, lodevole è il suo impegno, notevole è la sua passione, sicuramente un volto giovane che lascia intendere come il suo lavoro sia imperniato sulla volontà di migliorare questo opaco buco d’italia che orta nova è diventato.
le chiedo, a nome mio e di tanti cittadini che ogni giorno si fanno domande sul futuro della nostra cittadina, cosa ne è stato di quel progetto sulla raccolta differenziata per il quale fu chiamato (a pagamento) un esperto in materia proveniente dalla vicina basilicata. non sono ancora state rese note le intenzioni dell’amministrazione sul futuro di quell’ambizioso progetto che in tanti vorrebbero veder realizzato.
nel caso avesse voglia/tempo per rispondere, approfitto per porle altre domande attinenti all’argomento inceneritori: pare che, oramai, nulla osti alla messa in funzione definitiva del “termovalorizzatore” di tressanti nel quale confluiranno svariate tonnellate di cdr al giorno, combustibile da rifiuti proveniente dalla vicina “fabbrica” che all’uopo è nata. come lei saprà, esso è composto prevalentemente da carta e cartoni, plastiche, residui di tessuti, legno e pellame, gomma e anche una piccola percentuale di scarti vetrosi e metallici, tutti materiali (pregiati) che, probabilmente, saremo chiamati a differenziarli e selezionarli preventivamente già dalle nostre abitazioni/opifici. le chiedo, allora, se tale raccolta differenziata non sia una sorta di facilizzazione che l’ignaro cittadino effettua per conto dei Marcegaglia di turno; le chiedo se valga la pena di selezionare i nostri rifiuti sapendo che non verranno riciclati/riutilizzati, come ogni cittadino, credo, si aspetti, ma bruciati e, perciò, reimmessi nell’ambiente sotto forma di venefiche esalazioni. senza contare che, con molta probabilità, ci verrà imposto un aumento della tassazione per espletare il servizio di raccolta differenziata p. a p. (cornuti e mazziati!)

questioni aperte che nessuno ancora ha avuto la sensibilità di affrontare con onestà e coraggio. vuole essere lei, assessore, a farlo “in maniera divulgativa/informativa”?

Anonimo ha detto...

http://rifondaortanova.blogspot.it/2013/03/idee-per-le-priorita-sociali.html

Anonimo ha detto...

http://rifondaortanova.blogspot.it/2013/04/lorta-nova-che-vorrei-viii.html

Circolo "E.Berlinguer" ha detto...

http://www.rifondaortanova.blogspot.it/2013/04/call-for-paper.html

Anonimo ha detto...

PLEASE MICHELE
DO NOT USE ANONYMOUS COMMENTS
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Anonimo ha detto...

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